A cura di Maria Vaglio Corsi di Feng Shui e di Qi Gong a Roma.
Nel corso della storia cinese, i metodi di classificazione del Qi Gong sono stati molti, diversi a seconda delle scuole e degli autori.
E’ fondamentale però ricordare che i fondamenti del Qi Gong sono comunque universali, indipendentemente dalle caratteristiche dello Stile o della Scuola.
Le più comuni classificazioni sono basate:
– sulla linea filosofica (medico, confuciano, taoista, buddhista e marziale),
– sulla forma (statico e dinamico),
– sul metodo (con un nome per ogni scopo ricercato, come: calma, nutrimento interno, trasporto del qi, pulizia e nutrimento, …
La classificazione più generica è quella per forma, dove si differenzia un Qi Gong più attivo o dinamico, che include il movimento, da uno più statico o passivo, in cui il corpo è più fermo, ed il qi è controllato attraverso la concentrazione, la visualizzazione e, soprattutto, il respiro.
La classificazione più diffusa è quella che organizza il Qi Gong secondo la LINEA FILOSOFICA :
comprende tecniche terapeutiche, indirizzate ad alleviare diverse patologie. In realtà tutti gli esercizi sono terapeutici, ma la classificazione dipende da dove è rivolta l’intenzione.
In questo insieme troviamo tecniche di auto – guarigione e tecniche di “terapia del Qi esterno”, metodo molto antico in cui il praticante sa controllare il flusso di Qi, tanto da poterlo trasmettere ad un’altra persona.
Qigong Taoista:
direttamente e più apertamente derivato dalle tecniche di coltivazione della lunga vita degli asceti taoisti, e dalle danze e tecniche dell’antico sciamanesimo, comprende tecniche fisiche di imitazione del movimento degli animali, o comunque tese a riportare l’individuo in un fluido seguire le leggi naturali. Ma insieme a queste, c’erano anche pratiche dietetiche e sessuali, ritenute molto importanti ai fini di una buona gestione dell’energia del corpo, tutte volte al raggiungimento della longevità, o dell’ “immortalità”.
Qigong Confuciano:
è rivolto a migliorare o rafforzare il carattere del praticante. Confucio (VI – V sec. a.C.) sottolineava l’importanza del comportamento etico e rispettoso. Elevava inoltre l’importanza delle virtù: integrità o giustizia (Yi), saggezza o conoscenza (Zhi), benevolenza o equanimità (Ren), rispetto dei riti e dell’etichetta o educazione (Li), affidabilità o sincerità (Xin).
Qigong Buddhista:
i praticanti buddhisti hanno derivato le loro tecniche da influenze culturali esterne, in particolare tibetane e indiane. Lo scopo di un Qigong definito buddhista è comune a quello dello stesso buddismo: sviluppare delle virtù, che possano, attraverso un’elevazione spirituale, portare la persona all’illuminazione e liberarsi così dalla catena delle rinascite. Un ulteriore scopo delle tecniche bubbhiste era ottenere, dopo la salute fisica, anche vari “poteri”, capacità particolari di veggenza per esempio.
Qigong Marziale: lo scopo di quest’ultimo è rafforzare il fisico e sviluppare la capacità di dirigere il Qi all’esterno per colpire l’avversario.importante è anche la capacità di raffinare la personalità del praticante, in modo da evitare di arrivare al combattimento. I cinesi dicono che il vero Maestro di “arti marziali” è colui che non ha bisogno di combattere.
FONTI:
Appunti liberamente tratti da:
– “Zhineng Qigong“, Vito Marino, Ramon Testa – Nuova Ipsa Editore
– Lezioni di Teoria del Qi Gong , D.ssa M. Vocca, Corso triennale per Operatori Qi Gong, Istituto Superiore di Medicina Tradizionale Cinese “Villa Giada”
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